Tattoo Isole Tonga

Tonga è un'isola polinesiana abitata forse da 6000 anni. Esplorata nel XVII secolo da esploratori olandesi e inglesi, fu poi visitata dal capitano James Cook nel 1773, che ha chiamato le isole delle Isole dell'Amicizia, a causa della cordialità della gente. Come molte altre isole polinesiane, il tatuaggio era una parte molto importante della cultura tongana. La prima testimonianza scritta di un tatuaggio di Tonga è stata redatta dall'esploratore olandese Abel Tasman nel 1643 che ha notato come i corpi degli uomini fossero dipinti di nero dalla vita alle cosce. Tasman stava descrivendo la versione tongana del Tatuaggio Polinesiano Pe'a, il tatuaggio tradizionale indossato dagli uomini samoani, che copriva dal busto alla pancia, glutei, genitali e cosce. Il tatuaggio di Tonga è stato descritto, tuttavia, più spesso del pe'a e con bordi dentellati e segni più spessi.

A differenza di Samoa, che è l'unica isola polinesiana ad aver mantenuto la propria tradizione del tatuaggio tradizionale in tempi moderni, i tatuaggi di Tonga sono stati messi fuori legge nel 1838, e la tradizione è stata spazzata via. La procedura per la creazione di un tatuaggio a Tonga è molto simile a quella del tatuaggio samoano. In primo luogo, il tatuatore richiama il disegno sulla pelle con un bastoncino imbevuto nell'inchiostro per poi incidere la pelle sopra le linee un pò come si fa anche negli studi di tatuaggio occidentali moderni.

Lo strumento usato per il tatuaggio era un affilato pettine, realizzato sia in osso che conchiglia, con circa dai 6 ai 60 denti, il tutto attaccato e legato ad un manico di legno. Il pettine veniva immerso nell'inchiostro e un martelletto o un bastoncino veniva utilizzato per battere il pettine, inserendo così l'inchiostro nella pelle tramite rapide incisioni di punta. L'inchiostro era fatto da ceneri di legno bruciato mescolate con acqua o grasso. Gli uomini venivano tatuati nella pubertà come rito di passaggio verso l'età adulta. Le donne tongane venivano tatuate a loro volta, non venivano escluse dal rito, sulle mani e le dita. I tatuaggi degli uomini, a causa della loro ampia copertura, necessitavano di settimane o mesi per essere creati, con periodi di attesa tra il giorno del tatuaggio e quello di attesa della guarigione, nonostante questo gli uomini tatuati sperimentavano dolori non da poco che si protraevano per tutta la durata del rito fino ad ultimazione del tatuaggio, spesso combattendo con infezioni alla pelle.

Alcuni uomini sceglievano di farsi tatuare sul braccio e la parte superiore del tronco, anche se molto più tardi nella vita. Nell'ambito del progetto di base del tatuaggio, il destinatario poteva scegliere tra una serie di disegni con nomi specifici, che dovoevano essere applicati in una sequenza specifica. I modelli erano costituiti da una serie di linee, punti e triangoli: l'suo del tatuaggio veniva usato per asserire e marcare periodi di vita particolari come il passaggio all'età adulta come detto prima, ma anche un avanzamento nel grado dentro la propria società, come facevano i capi e i guerrieri che indossavano tatuaggi differenti da quelli del popolo comune.

Il tatuaggio tradizionale, con l'uso degli antichi utensili, è stato ufficialmente messo fuori legge nel 1838 con l'arrivo dei missionari cristiani. (Ironicamente, fu in quel periodo che un europeo di nome George Vason fu tatuato nelle isole Tonga). L'unica cosa che si è ottenuta con la solita ottusità religiosa è stato l'aver perso informazioni relative a culture come quella samoana tuttavia una manciata di tongani stanno lavorando per ricostruire l'antica cultura tatuatoria di Tonga anche se la maggior parte dei Tongani sono abbastanza refrattari riguardo al ritorno in voga della tecnica tradizionale del tatuaggio perché abituati ormai alla cultura più molla cristiana.