Tatuaggi Polinesiani
Storia del Tatuaggio Polinesiano
Maori, samoani, marchesani hanno tutti una stessa derivazione storico geografica che li ha portati ad avere una base culturale comune anche se con delle leggere differenze, per lo più abbastanza sottili, ma che li attestano comuni fratelli di una stessa generazione culturale che si è poi sviluppata in luoghi differenti portandoli a usare i tatuaggi in maniera molto simile anche se con simboli differenti o strutturati diversamente.
I tatuaggi Samoani hanno una eleganza eccelsa per di più il sitema di incisione della pelle differisce da quella maori perché mentre in quest'ultimo caso veniva usato uno scalpello da legno per segnare profondamente la carne del tatuato, per i samoani si usavano già tecniche più "dolci" con l'uso di aghi fatti di denti di squalo o simili che donavano un eleganza particolare ai segni che invece sulla pelle dei maori risultavano spesso delle modificazioni estreme.
STORIA TATUAGGIO POLINESIANO
I tatuaggi polinesiani sono il segno del colonizzamento di altre civiltà: la differenza tra il colonizzatore e il colonizzato è nel disegno della pelle. (Marc Blanchard, Tatuaggio Post-Bourgeois)
Con le notizie e le immagini che arrivarono in Europa dall'esplorazione della Polinesia il fascino dei tatuaggi tribali polinesiani cominciò a prendere piede; anche se gli antichi popoli dell'Europa avevano a loro volta usato forme differenti di tatuaggio, questo era scomparso intorno alla metà del 1700 quasi certamente propugnato dalla èlite religiosa cattolica che cercava constantemente di piegare ai suoi capricci in nome di un fantomatico dio di luce (che però chiedeva sangue) i popoli che entravano a far parte dei possedimenti della Chiesa.
Gli esploratori e i marinai, una volta tornati a casa, mostravano tatuaggi fatti in Polinesia e per questo si mettevano in mostra in fiere mondiali, in aule e nei musei, per dimostrare il livello di civiltà europeo al cospetto dei popoli "primitivi", ma che tanto avrebbero potuto insegnare ai cosiddetti "civilizzati". I nativi professionisti polinesiani trovarono nuovi "clienti" tra i marinai e i visitatori delle loro isole, desiderosi di avere gli stessi segni ormai di moda, che "parlavano" della cultura primitiva della Polinesia. La mortificazione della pelle dei bianchi e il rituale dello spargimento del sangue però erano contrari alle credenze e i "valori" dei missionari europei, che in gran parte condannarono l'usanza dei tatuaggi (condannarono è per usare un eufemismo...), anche se dopo l'arrivo degli europei l'usanza del tatuaggio andò molto diminuendo nella cultura europea, poiché non aveva legami nella tradizione ufficiale ma era legata a quella appartenente alla società degli emarginati e dei poveri.
Negli Stati Uniti, il progresso tecnologico della macchina per tatuare, disegnare e colorare diede nuovo impulso all'arte del tatuaggio producendo tatuaggi in serie e non più bisognosi di settimane per essere finiti. Martin Hildebrandt aprì un negozio di tatuaggi a New York City nel 1846 e iniziò aprendo una tradizione per marinai e militari durante la guerra civile. In Inghilterra, il giovane re Edoardo VII una moda del tatuaggio tra l'aristocrazia quando fu tatuato prima di salire al trono; entrambe queste tendenze rispecchiano la credenza culturale che ha ispirato i tatuaggi polinesiani: per mostrare lealtà e devozione, o commemorare una grande prodezza in battaglia, o semplicemente per abbellire il corpo con un lavoro distintivo e artistico.
Il periodo della seconda guerra mondiale nel 1940 viene considerato l'epoca d'oro del tatuaggio a causa dello stato d'animo patriottico e la preponderanza di uomini in uniforme. Ma gli aspiranti marinai con tatuaggi di donne nude vennero ammessi in marina e molti tatuati che dovevano restare vestiti per non far vedere di essere tatuati erano costretti a lavorare in infermeria come infermiere per non essere buttati fuori dalla marina. Dal 1950, il tatuaggio ottenne una posizione specifica e importante nella cultura occidentale, ma venne generalmente visto con distaco e repulsione dalle alte sfere della società.
Back Alley continuò a fare molti affari sul lungo mare dove aveva scelto di aprire il suo studio grazie ai soldati ed ai marinai che prima di partire per una lunga navigazione o per missioni di guerra passavano da lui per farsi tatuare, ma spesso Alley rifiutava di tatuare donne specie se avevano meno di 21 anni, che fossero sposate e dovevano andare da lui accompagnate con il padre o il marito, questo perché lui voleva evitare problemi da parte degli uomini di famiglia o meno della donna che avrebbero potuto andare a "visitarlo" per fargliela pagare (a quell'epoca, non che ora sia molto differenti in certe città o Stati dell'America del Nord, gli uomini erano coloro i qualicomandavano e se la donna non era d'accordo la picchiavano).
Oggi il tatuaggio è riconosciuto come forma d'arte legittima che attira gente di ogni ceto e livello economico di entrambe i sessi, dove ogni individuo ha le sue ragioni per farsi tatuare. Con la maggiore accettazione del tatuaggio nella cultura occidentale (che era piuttosto bigotta ma lo è ancora spesso e volentieri in molti posti) molti artisti tatuatori polinesiani stanno fondendo simboli antichi e simboli moderni.