Storia del Tatuaggio

Un tatuaggio è un marchio fatto con l'inserimento di pigmento nella pelle: in termini tecnici, il tatuaggio è micro-pigmento impiantato. I tatuaggi possono essere effettuati sulla pele di persone o di animali. I tatuaggi sugli esseri umani sono un tipo di modificazione del corpo, mentre i tatuaggi sugli animali sono più spesso utilizzati per l'identificazione anche se fondamentalmente la differenza è abbastanza labile poiché da millenni la modificazione del corpo, quindi anche il tatuaggio, sono sempre stati effettuati come forma di riconoscimento di appartenenza o di proprietà (nel caso di schiavi).

Il tatuaggio è una pratica umana quasi onnipresente, gli Ainu, gli indigeni dell'antico popolo del Giappone, avevano tatuaggi facciali. Il tatuaggio era diffuso tra culture come quella polinesiana e nelle Filippine, Borneo, Africa, Nord America, Sud America, Mesoamerica, Europa, Giappone e Cina. Nonostante alcuni tabù che circondano il tatuaggio, l'arte continua ad essere popolare in tutto il mondo. Nella storia umana, registrata da antichi testi e documenti, i primi tatuaggi possono essere rintracciati in Egitto durante il periodo della costruzione delle grandi piramidi anche se l'usanza del tatuaggio è cominciata molto prima di questo periodo.

Quando gli Egiziani ampliarono il loro impero, l'arte del tatuaggio si diffuse in molte altre parti della zona asiatica (sempre che non fosse già presente poiché non abbiamo riscontri certi a riguardo). Le civiltà di Creta, in Grecia, la Persia e in Arabia raccolsero e ampliarono questa forma d'arte: intorno al  2000 aC il tatuaggio si diffuse in Cina. Sembra accertato senza ombra di dubbio che il tatuaggio sia in vigore da 14.000 anni.

Nella parte euroasiatica sembra che il tatuaggio sia in vigore sin dal neolitico, questo lo sappiamo grazie a mummie pervenuteci che portavano tatuaggi su di esse e che risalirebbero alla fine del secondo millennio a.C. scoperte nello Xinjiang, a ovest della Cina. In Giappone si pensa che la pratica dell'arte del tatuaggio risalga all'età del paleolitico, qualche decina di migliaia di anni fa; molte culture hanno la propria tradizione relativa ai tatuaggi che vanno dallo sfregamento o tramite tagli riempiti di cenere, sia usando pungere la pelle inserendo i coloranti (come si fa anche oggi).

Lo scopo del tatuaggio è variato a seconda della cultura ma ci sono elementi comuni che prevalgono a formare i tatuaggi più conosciuti che ancora oggi vengono "indossati" dalla gente. I tatuaggi sono serviti come riti di passaggio, segni di status e di rango, simboli religiosi e devozione spirituale, decorazioni al valore, richiami sessuali e segni di fertilità, promesse di amore, punizioni, amuleti e talismani, protezione e come i segni distintivi di emarginati, schiavi e condannati. Il tatuaggio ha sempre avuto un ruolo importante nei rituali e nella tradizione. Nel Borneo, le donne tatuano dei simboli tradizionali sul loro avambraccio che indicano la loro particolare abilità. Se una donna indossava un simbolo che indicava che era un abile tessitrice, il suo status nel primo matrimonio veniva aumentato notevolmente perché accertava che sarebbe stata una risorsa per la famiglia, mentre tatuaggi su i polsi o le dita servivano a scongiurare le malattie.

Nel corso della storia i tatuaggi hanno indicato l'appartenenza a gruppi o culture particolari ben definiti dai disegni che venivano riprodotti sulla pelle, oggi per lo più si fanno tatuare per fini meramente estetici sono pochi infatti coloro che si tatuano per rimarcare l'appartenenza a un gruppo poiché solitamente questi ultimi lo fanno per ribadire di appartenere a società illegali e di fuorilegge: la tv e i film hanno dato l'idea che il tatuaggio indichi l'appartenenza a società segrete spesso e volentieri ma questo non sempre è vero poiché un tatuaggio difficilmente si può nascondere sempre e chi fa parte di questa tipologia di tatuaggio non desidera essere scoperto. IN alcune civiltà il tatuaggio si pensava che potesse assorbire chiamandolo, lo spirito che rappresentava così ad esempio, se il disegno riportava una tigre feroce anche chi lo indossava ne avrebbe posseduto i caratteri di forza e spietatezza. A volte in passato, ma accade anche ai giorni nostri in alcune zone del mondo, il tatuaggio veniva fatto forzatamente e non per volontà della persona diretta, come accadeva in passato nei campi di concentramento tedeschi nella seconda guerra mondiale per gli ebrei prigionieri. Marinai europeierano famosi per le loro rappresentazioni del Cristo in croce sulla schiena, i greci usavano il tatuaggio per comunicare tra spie grazie a marcature particolari che ne identificavano il rango. In occidente

In occidente, i primi britannici utilizzavano tatuaggi nelle cerimonie, i danesi, norvegesi e i Sassoni si tatuavano stemmi di famiglia (una tradizione ancora oggi praticata). Nel 787 dC, Papa Adriano vietò il tatuaggio, che invece prosperò in Gran Bretagna fino all'invasione normanna del 1066. I Normanni disprezzavano il tatuaggio che scomparve dalla cultura occidentale dal 12° al 16° secolo: mentre il tatuaggio diminuì come pratica in occidente, esso prosperò in Giappone. In un primo momento, vennero utilizzati i tatuaggi per contrassegnare i criminali: i primi reati venivano contrassegnati da una linea sulla fronte, al secondo reato veniva  aggiunto un arco mentre al terzo reato la fronte veniva segnata da un altra linea. Insieme, questi segni formano il carattere giapponese che sta per "cane".

Nel tempo i Giapponesi intensificarono l'arte del tatuaggio trasformandolo in una forma estetica, il corpo rivestito di disegni nacque intorno al 1700 come reazione a leggi severe in materia di consumo eccessivo, solo ai nobili era consentito indossare tatuaggi. A quel tempo una persona che fosse tutta tatuata poteva girare solo con il perizoma e veniva ritenuta ben vestita. In Australia, il simbolo Φ viene tatuato nelle orecchie di cani e gatti per indicare che sono stati castrati. William Dampher è responsabile della reintroduzione del tatuaggio a ovest del mondo: egli era un marinaio ed esploratore che viaggiò nei mari del sud. Nel 1691 portò a Londra un polinesiano pesantemente tatuato di nome Giolo, conosiuto come "il principe verniciato", che divenne la migliore attrazione facendo entrare il tatuaggio di moda in tutta Londra.

Nel 1891, Samuel O'Riely brevettò la prima macchina da tatuaggio elettrica: era basata su una Penna elettrica di Edison, che lperforava la carta con una punta dell'ago. Il disegno di base era formato con bobine mobili, un tubo e una barra con ago che sono i componenti della pistola per tatuaggi di oggi.

Questa innovazione permise a chiunque di ottenere un prezzo ragionevole e facilmente disponibile per tatuarsi e fu per questo che i facenti parte della classe media, poiché anche le persone di ceto più basso potevano ora permettersi di tatuarsi, non desideravano possedere qualcosa che non fosse elitario, ecco quindi da dove nasce il "ribrezzo" delle persone ignoranti verso questa forma d'arte.

Oltre ai tatuaggi permanenti esistono anche quelli temporanei anche se questi ultimi non sono veri tatuaggi ma piuttosto un tipo di adesivo colorato da far aderire al corpo come decalcomania. Altri tipi di tatuaggi temporanei sono i tatuaggi all'hennè, noto come Mehndi, ovvero luce: entrambe i metodi possono richiedere fino a due settimane per scomparire dalla pelle.