Tatuaggio Demone oni

Gli Oni (鬼?) Sono un tipo di yōkai provenienti dal folklore giapponese, variamente tradotti come demoni, diavoli, orchi e troll. Sono personaggi popolari nell'arte giapponese, la letteratura e il teatro.

Maori tatuaggio OniLe raffigurazioni dei Demoni variano notevolmente, ma di solito li ritraggono come orrende e gigantesche creature simili a un orco con artigli taglienti, capelli selvaggi e due lunghe corna che crescono dalla loro testa. Sono umanoidi per la maggior parte, ma di tanto in tanto, vengono mostrati con caratteristiche innaturali come un numero dispari di occhi o dita extra così come anche dei piedi. La loro pelle può assumere un qualsiasi numero di colori, ma il rosso e il blu sono molto comuni.

Essi sono spesso raffigurati con indosso perizomi di pelle di tigre e che trasportano delle mazze di ferro, chiamate kanabo (金 棒?). Questa immagine conduce all'espressione "oni con una mazza di ferro" (鬼 に 金棒 oni-ni-kanabo?), cioè essere invincibile. Può essere utilizzato anche nel senso di "forte così forte", o avere la propria qualità naturale migliorata o completata con l'uso di qualche strumento.

Gli oni in origine erano spiriti invisibili o dèi che causavano disastri, malattie e altre cose spiacevoli. Questi esseri nebulosi potevano anche assumere una varietà di forme per ingannare, e spesso divorare, gli esseri umani. Così il carattere cinese 鬼 (Mandarino Pinyin: guǐ; Jyutping: gwai2) che significa "fantasma" è venuto ad essere utilizzato per indicare queste creature senza forma. Gli oni invisibili divennero antropomorfizzati prendendo la loro forma moderna di orco, in parte tramite al sincretismo con le creature importati dal buddismo, come il Rakshasa indiano e Yaksha, i fantasmi affamati chiamati gaki ed i subalterni diabolici di Enma-o che puniscono i peccatori nello Jigoku (Inferno). Essi condividono molte somiglianze con l'arabo Jinn.

Alcuni villaggi tengono cerimonie annuali per scacciare gli oni, specialmente all'inizio della primavera. Durante il festival Setsubun, persone gettano semi di soia al di fuori delle loro case e gridano "Oni wa soto Fuku wa uchi!" ("鬼 は 外! 福 は 内!"?, "Oni esci! Benedizioni entrate!"). Il folklore vuole che l'agrifoglio possa essere usato per far fuggire gli Oni. In tempi più recenti, gli oni hanno perso un pò della loro malvagità originale e, talvolta, assumono una funzione più protettiva, uomini vestiti e truccati da oni conducono spesso le parate giapponesi per scongiurare qualsiasi cattiva sorte, per esempio. Gli edifici giapponesi a volte includono tegole con la faccia di Oni sul tetto chiamate onigawara (鬼 瓦?), che si pensa allontanino la sfortuna.

Molti idiomi giapponesi e proverbi fanno riferimento agli oni, come l'espressione Oya ni Ninu ko wa oni no ko (親 に 似 ぬ 子 は 鬼 の 子?) Significa letteralmente "un bambino che non assomiglia ai suoi genitori è il figlio di un oni", ma è usato idiomaticamente per fare riferimento al fatto che tutti i bambini hanno naturalmente i loro genitori, nel caso non assomiglino ai loro genitori, si fa risalire la colpa agli Oni.

Oni demone tattooA seconda del contesto in cui viene utilizzata, può avere connotazioni di "bambini che non si comportano come i loro genitori non sono veri esseri umani", e possono essere utilizzati da un genitore per punire un bambino che si comporta male. Le varianti di questa espressione includono oya ni Ninu ko wa Onigo (親 に 似 ぬ 子 は 鬼子?) e Oya ni Ninu ko wa onikko (親 に 似 ぬ 子 は 鬼 っ子?). Con la parola Oni si identifica una delle creature spettrali più famose dell'immaginario nipponico, un demone (simile ai nostri orchi) violento ed aggressivo, spesso munito di corna, il cui aspetto può variare a seconda della raffigurazione che comunque rimane sempre molto vicina a quella di una maschera. Il colore della pelle può essere rosa, rossa, blu, talvolta, nelle leggende, il demone si converte al buddismo e diventa un'entità benevola.

Nelle prime leggende gli oni erano creature benevole ritenute capaci di tenere alla larga spiriti maligni malvagi e malevoli e di punire i malfattori. Durante l'era Heian il Buddhismo giapponese, che aveva già importato una parte della demonologia indiana (rappresentata da figure come i kuhanda, gaki e altri) incorporò queste credenze chiamando queste creature aka-oni ("oni rosso") e ao-oni ("oni blu") e facendone i guardiani dell'inferno o torturatori delle anime dannate.

Alcune di queste creature erano riconosciute come incarnazioni di spiriti shinto. Con il passare del tempo la forte associazione degli oni con il male contagiò il modo in cui venivano percepite queste creature e vennero ad essere considerate come portatori o agenti di calamità, i racconti popolari e teatrali iniziarono a descriverli come bruti stupidi e sadici, felici di distruggere. Si disse che gli stranieri ed i barbari fossero oni.

Oggigiorno sono variamente descritti come spiriti dei morti, della terra, degli antenati, della vendetta, della pestilenza o della carestia.

Non importa quale sia la loro essenza, gli oni odierni sono qualcosa da evitare e da tenere a bada.